Greening collettivo a misura di piccole aziende

13 Aprile 2015 nel PROGETTI

Greening collettivo a misura di piccole aziende

Realizzare le Aree di interesse ecologico comuni è una valida alternativa per soddisfare il 50% del vincolo Ue – I vantaggi per l’ambiente e la gestione aziendale, soprattutto in collina e montagna

Le Aree di Interesse Ecologico costituiscono uno degli impegni previsti dal “Greening” meno conosciuto dagli agricoltori e dal quale invece l’Unione Europea si aspetta maggiori risultati in termini soprattutto di ripristino della biodiversità naturale, ma anche di contributo alla mitigazione delle emissioni di gas serra da parte dell’agricoltura e di miglioramento dell’ambiente e del paesaggio in generale.
Per incidere direttamente ed indirettamente sulla biodiversità le aree di interesse ecologico possono essere terreni lasciati a riposo, elementi caratteristici del paesaggio, terrazze, fasce tampone, superfici oggetto di imboschimento e superfici agroforestali, anche aree dove vi è un uso ridotto dei fattori di produzione in azienda, quali aree coperte da colture intercalari e manto vegetale nella stagione invernale. L’obbligo riguarda esclusivamente le aziende che hanno una Sau superiore a 15 ettari. In Italia una stima per eccesso, sulla base dei dati del censimento 2010 (1), porta ad individuare un numero di oltre 100.000 aziende ed una superficie a seminativi di oltre 4 milioni di ettari che porterebbe ad avere oltre 200.000 ettari di Aree di Interesse Ecologico (Efa).
Poiché in molti Stati Membri, compreso il nostro Paese, le aziende agricole sono caratterizzate da dimensioni della SAU piuttosto ridotte, le superfici destinate alle Aree di Interesse Ecologiche rischiano di essere estremamente frammentate e di non svolgere efficacemente il loro ruolo. Pertanto, proprio al fine di aumentare il “beneficio” di queste aree per l’ambiente il regolamento comunitario introduce la possibilità di una gestione territoriale e collettiva del 50% delle superfici che devono essere destinate a Aree di Interesse Ecologico nell’ambito degli impegni del Greening.
L’art.46 del regolamento 1307/2013 al paragrafo 6 riporta “Gli Stati membri possono decidere di consentire agli agricoltori le cui aziende si trovano nelle immediate vicinanze di ottemperare collettivamente all’obbligo di destinare il 5% della propria superficie ad aree di interesse ecologico , purché tali aree siano adiacenti.
Si tratta quindi di una novità importante che consente di creare delle vere e proprie “oasi” per la biodiversità, individuando aree dove agricoltori dello stesso territorio possono trasferire gli specifici obblighi derivanti da questa misura del greening per una superficie pari al 50% di quella che devono destinare ad Area di interesse ecologico.

Stime su fonte Istat: Censimento agricoltura

L’attuazione collettiva può essere autorizzata anche per realizzare un’applicazione regionale delle aree di interesse ecologico secondo quanto disposto dal paragrafo 5 dello stesso articolo del Regolamento di base: “Gli Stati membri possono decidere di applicare fino alla metà dei punti percentuali delle aree di interesse ecologico a livello regionale al fine di ottenere aree di interesse ecologico adiacenti. Gli Stati membri designano le aree e gli obblighi degli agricoltori o dei gruppi di agricoltori partecipanti. “
Questa nuova possibilità rappresenta un cambiamento importante nella Politica Agricola Comune che fino ad oggi si è focalizzata sui singoli agricoltori e che sempre più riconosce, per quanto riguarda misure che favoriscono le politiche ambientali della UE, l’importanza di una gestione “territoriale e collettiva” delle superfici da parte degli agricoltori: una scelta che consente da una parte di tener conto delle peculiarità territoriali dello stato delle risorse naturali e delle pratiche che possono migliorarne la qualità e la riproduzione; dall’altra, di avere una presenza di interventi significativi ed omogenei finalizzati, nello stesso territorio ad uno stesso obiettivo ritenuto prioritario. E’ questa la logica delle nuove modalità di intervento territoriale e collettivo per le misure agro-climatico ambientali introdotto dal nuovo Regolamento per lo Sviluppo Rurale.
Non ci sono ancora dati certi su come le imprese agricole che ne hanno l’obbligo stiano operando in merito alle scelte sulle Aree di interesse ecologico, considerate tutte le diverse possibili opzioni. Circa il 50% di tale obbligo sembrerebbe soddisfatto dalle fasce tampone, alberature, siepi e boschetti che sono consentiti dal regolamento, in molte aree del centro nord la possibilità di utilizzare colture azoto fissatrici consentirà comunque di utilizzare le superfici destinate ad Aree di interesse Ecologico.
Tuttavia in aree collinari e montane con problemi, dove le coltivazioni sono più difficili ed i rischi ambientali (come l’erosione) più importanti, e dove spesso vi sono seminativi abbandonati, la sperimentazione di una gestione collettiva di queste aree potrebbe divenire una vera e propria risorsa per la tutela e la riproduzione della biodiversità naturale e agricola locale, ma anche come luogo di osservazione e study visit. Sperimentazioni sono necessarie per definire gli impegni degli eventuali partecipanti e i rapporti tra i proprietari dei seminativi destinati ad Area Ecologica Collettiva e coloro che vi trasferirebbero il 50% del proprio obbligo. Le risorse potrebbero venire dallo Sviluppo Rurale che sostiene proprio questo tipo di azioni finalizzate a migliorare l’efficacia ambientale delle Politiche delle’Unione.

Flaminia Ventura

FONTE: PIANETAPSR

07/04/2014 IL GAL MONTI REVENTINO INCONTRA GLI OPERATORI DELL’ASSE III

7 Aprile 2015 nel NEWS

Si terrà giorno 14 aprile alle ore 16.30, presso gli uffici di Via M. Cervantes, N° 10 a Soveria Mannelli, l’incontro tra il GAL Monti Reventino e gli operatori dell’asse III.

Nell’occasione  verranno illustrate e discusse le opportunità di crescita, promozione e sviluppo legate alla Misura 331 “Azioni di formazione e informazione” – P.S.R. 2007-2013 – Asse IV Approccio Leader – rivolte agli operatori economici situati nel territorio del Reventino.

Nel corso dell’incontro verranno esposti gli obiettivi e le finalità del progetto I.D.E.A. REVENTINO – Informare per Diversificare l’Economia Agricola del Revntino – che mira alla creazione di una RETE degli operatori dell’Asse III volta a promuovere la diversificazione in attività non agricole quale fonte di reddito complementare e rilevante.

Coloro i quali decideranno di aderire alla rete potranno, infatti, usufruire gratuitamente di una serie di vantaggi in termini di comunicazione e promozione della propria impresa e avvalersi, inoltre, degli strumenti prodotti dal GAL nell’ambito del progetto stesso: dal “ Desk informativo” dedicato, alla “Newsletter” settimanale con le opportunità di investimento, al materiale informativo, fino al “Convivio del Contadino”, una guida a metà tra l’enogastronomia e la tradizione rurale attraverso la quale si potrà creare una rete tra il sistema produttivo agricolo locale e la promozione del territorio.

 

16/01/2015 “ APPROCCIO LEADER “ PSR 2014 – 2020: IL GAL MONTI REVENTINO INCONTRA COLDIRETTI

16 Gennaio 2015 nel NEWS

 

“APPROCCIO LEADER” PSR 2014–2020 – IL GAL Monti Reventino incontra Coldiretti Calabria

Nel pomeriggio di martedì 13 gennaio, si è tenuto presso la sede di Soveria Mannelli, del GAL Monti Reventino, l’incontro tra il Presidente del GAL, il Dott. Francesco Esposito, ed il Presidente di Coldiretti Calabria, il Dott. Pietro Molinaro.

L’appuntamento voluto dalla Coldiretti e condiviso dal GAL Monti Reventino, è stato un utile momento di riflessione e di confronto sul nuovo PSR Calabria, e nella fattispecie, sulle opportunità che l’ ”APPROCCIO LEADER” rappresenta nella Nuova Programmazione.

Dalla discussione è emersa la necessità di non far disperdere le diverse esperienze positive maturate dai GAL con i precedenti cicli di programmazione. I GAL con le competenze acquisite nell’arco di questi anni, rappresentano nei territori rurali delle vere e proprie Agenzie di Sviluppo Territoriale, che per svolgere al meglio la loro missione devono, però, saper cogliere le potenzialità degli attori locali e coniugarle con le indicazioni previste nel PSR e negli altri documenti della Nuova Programmazione.

In tal senso l’ “Approccio Leader”, di fatto diventa uno strumento che si rafforza anche con le innovazioni introdotte dal Reg. Ce 1303/2013, visto l’allargamento agli altri fondi (FESR, FSE e FEAMP), per promuovere politiche di sviluppo locale integrato di tipo partecipativo.

Nell’incontro si è poi discusso della ridefinizione e riperimetrazione delle aree dei GAL in Calabria, politica praticata anche nel resto dell’Italia, che deve comunque essere finalizzata alla valorizzazione del “saper fare” degli stessi GAL in un contesto regionale, in cui non possono e non devono verificarsi duplicazioni con le operatività del Dipartimento Agricoltura, e nello specifico con le misure messe a bando.

 

 

Da Sinistra: Dott. Molinaro, Dott. Esposito

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